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    Un purosangue per amico

    Il suo fiammeggiante mantello è un simbolo d’eleganza e gioia di vivere, anche per chi detesta la caccia: infatti, il Setter irlandese sa dare all’uomo un’amicizia sontuosa ma discreta.

    E’ nato agli inizi del secolo scorso da incroci fra cani di tipo Epagneul, come del resto il cugino Setter inglese: ma a differenza di quello, nelle sue vene scorre anche il sangue del vecchio Spaniel irlandese,

    Sir Edvard Lawerack, che dedicò la sua vita proprio alla selezione della razza, testimonia che nel 1985 il Setter d’Irlanda era un po’ basso sugli arti, piuttosto corto di tronco e con torace molto largo.

    Gli esemplari bianco rossi, che allora esistevano, non vennero molto curati e solo di recente, nel corso degli anni 80, hanno dato vita a una razza autonoma.

    Quando nel 1885 venne elaborato a Dublino il primo standard, era cresciuto di statura e in bellezza: tanto che, grazie all’aspetto nobile, elegante, e al colore mogano o rosso fuoco, è divenuto vero e proprio ambasciatore del suo Paese nel mondo.

    Se il colore ne abbellisce le forme, il movimento le esalta.

    La costruzione gli consente un galoppo deciso, fluente, velocissimo, che s’allunga in ampie falcate silenziose con i piedi che sfiorano il suolo, ben eretto sul garrese, il collo montante e la testa un po’ inclinata.

    Pare non fiutare, ma cercare la fonte dell’effluvio con gli occhi; la silhouette ricorda il lupo che insegue a vista la preda.

    Non è così: al galoppo le narici colgono gli effluvi che più lo stimolano, quelli dei volatili selvatici che segnala con " ferme "spettacolari ai compagni, anche se privi di doppietta.

    Non occorre cacciare per condividere con lui attimi indimenticabili.

    Basta inebriarsi di libertà, immersi in un ambiente naturale dove puoi affidare al galoppo le sue migliori espressioni: la superbia del purosangue e la modestia di chi vive all’ombra degli amici, con i quali collabora offrendo- non è poco- una compagnia intensa e sontuosa.

    Anche oltre i terreni di battuta.

    Rispetto agli altri cani puri dell’isola come lui cacciatori, ha arricchito il nobile orgolio con una appassionata voglia di natura, che però non lo condiziona nella vita famigliare

    I comportamenti istintivi ne sono lo specchio.

    Grazie a docilità e socievolezza contenute, quando entra nel nuovo ambiente sta sulle sue perché cerca di capire il futuro ruolo.

    Non è per lui una gran fatica: è perspicace, individua senza difficoltà traguardi o limiti e inizia a intrattenere rapporti sociali con l’innato ardore.

    Il temperamento al massimo livello lo fa reagire con rapidità agli stimoli esterni; la curiosità l’induce a cercare spazi per il bisogno di movimento.

    Vigilanza e coraggio non sono da guardiano; ma, di buona portata, lo rendono riservato con chi non conosce.

    Tempra, possessività, aggressività, e combattività non consentono un indipendenza che ben si guarda dal cercare : l’appaga il contatto, magari solo visivo, con i propri umani.

    Anche a costo di sacrificare, nel menage familiare, quell’autonomia che vorrà con decisione quando potrà sfogare l’esuberanza, esplorando in libertà gli amati ambienti naturali.

    La sensibilità, che nel Setter irlandese rappresenta una caratteristica ben visibile in età infantile potrebbe essere scambiata per timidezza o reticenza.

    Ma a ben guardare, il cucciolo che s’avventura fra le mura domestiche è governato solo da una grande ma cauta curiosità.

    Vuole osservare, ma senza sfrontatezza, i nuovi amici e ogni angolo della casa.

    Non con superficialità: analizza con il fiuto che, a due mesi circa, è di intensità sufficiente ad aiutarlo a inserirsi nell’ambiente sconosciuto.

    Del resto, si limita a obbedire alla funzione per cui è selezionato: collegare il cacciatore agli uccelli selvatici dopo aver esplorato il terreno per individuare, fra tanti effluvi, quello " giusto ".

    Sarà fin troppo evidente che, alla sua età e fra gli angusti spazi domestici, non puo muoversi con l’ardore di un adulto in ambiente naturale.

    Chi vuole comprenderne le doti di razza e quelle individuali, dovrà osservarlo con attenzione al primo impatto con una realtà in cui i suoi progenitori non immaginavano certo di vivere.

    Con testa alta, occhi ardenti e narici allargate, si gira intorno per bloccarsi d’un tratto, se crede d’aver scoperto qualcosa d’interessante.

    Se la curiosità sarà soddisfatta, lo comunicherà con espressione distesa a tutto il mondo; e studierà – senza darlo a vedere- gli strani bipedi con i quali capisce di dover vivere.

    Con la coda bassa e distesa, che si agita lentamente, e l’espressione che si fa ridente e maliziosa offre obbedienza con spontaneità.

    Da adulto alternerà questi atteggiamenti in relazione : chi teme che il suo ardore possa dare origine ad atti di ribellione, si ricreda.

    Non ne è capace, al più potrà isolarsi per meditare, mostrando un apparente e non veritiero disinteresse per ciò che lo circonda.

    In posizione defilata, da ogni angolino, studia ogni evento e ne trae insegnamento.

    Sarebbe sbagliato abbandonarlo alle meditazioni; chi lo aiuta a reagire giocando con lui e sollecitandone la curiosità, avrà la gradita sorpresa di vedere il giovane irlandese evolversi felice e in buona forma.

     

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